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Monumenti

di Liu Jianhua
a cura di Demetrio Paparoni

Pur utilizzando materiali, mezzi e tecniche diversi, Liu Jianhua è l’artista cinese che più di ogni altro ha trasferito nel linguaggio contemporaneo le possibilità espressive insite nella porcellana come materiale dell’arte. Servirsi della porcellana ponendo enfasi sulla forma, senza per questo rinunciare a una narrazione filosofica, gli ha consentito di esplorare le possibilità di un’arte legata alle proprie matrici culturali, ma nello stesso tempo capace di esprimere le istanze spirituali della contemporaneità.

Per quanto a partire dal 2008 Liu Jianhua abbia eliminato nel proprio lavoro ogni elemento capace di generare ansia, egli non ha mai abbandonato del tutto l’impronta sociale che ha segnato la prima fase della sua ricerca. Si percepisce che laddove il lavoro esprime un’idea di bellezza, qualunque sia il tema trattato, esso si sgancia dal contingente per assumere, attraverso la dimensione estetica, un valore universale. Quando nel gennaio del 2018 è arrivato a Napoli per visitare il Chiostro di Santa Caterina a Formiello e per incontrare gli artigiani che lavorano la ceramica e la cartapesta, Liu Jianhua è entrato in contatto con la realtà variegata, popolare e multietnica dell’area di Porta Capuana. Sono stati la presa d’atto di questa realtà sociale e l’incontro con gli artigiani a suggerirgli il progetto della mostra, che ha intitolato Monumenti, nella quale ricongiunge le due diverse anime del suo lavoro, quella sociale degli esordi e quella spirituale dei lavori successivi al 2008.

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Monumenti

di Liu Jianhua
a cura di Demetrio Paparoni

Il nucleo centrale della mostra è costituito da un’installazione composta di ventitré piedistalli ricoperti di piastrelle di ceramica di Vietri sui quali, durante l’inaugurazione, con brevi pause, salgono ventiquattro performer, tutti immigrati di diversa provenienza che vivono e lavorano nell’area di Porta Capuana. Sul piedistallo centrale, più grande degli altri, stanno una madre e sua figlia. I performer non interagiscono con il pubblico e alla fine della performance sono sostituiti da altrettante statue di cartapesta, realizzate a Nola. Le statue riproducono le sembianze dei performer, come testimonia il video presentato su minischermi, in cui gli immigrati raccontano la propria storia e i ritratti fotografici riportati su un breve questionario, compilato e firmato dai singoli soggetti e attaccato alle pareti. Questi moduli fanno riferimento ai questionari da compilare e firmare richiesti dai consolati prima di dare l’autorizzazione a entrare in un Paese. Esponendoli, Liu Jianhua rimarca che molti individui non sono nelle condizioni di fornire le garanzie richieste e si trovano pertanto nell’impossibilità spostarsi liberamente da un paese all’altro.

Fanno parte dell’installazione infine circa duemila fiori e ramoscelli di porcellana bianca di Capodimonte, non dissimili dai fiori e da ramoscelli di ceramica prodotti a Jingdezhen, che l’artista ha inserito in altre sue opere dal 2001. Come lo stesso artista ha chiarito, queste porcellane, candide e delicate, suggeriscono un senso di fragilità e solennità che fa eco all’incertezza che avvolge la vita dei migranti.

Le difficili condizioni di vita degli immigrati giunti a Napoli e stabilitisi nel quartiere di Porta Capuana, in una realtà spesso molto dura anche per i residenti più poveri, contrastano con gli antichi edifici che raccontano epoche di splendore attraverso la loro raffinatezza architettonica. Nomi di sovrani, di ricche e nobili famiglie e di potenti prelati sono rimasti legati a molti di questi luoghi. Con la sua installazione Liu Jianhua ridefinisce la concezione di monumento come opera celebrativa di uomini illustri o potenti e dà voce a chi, lontano dalla sua terra, in un luogo che gli è talvolta ostile, cerca un posto in cui vivere dignitosamente. Contestualmente trascende il soggetto nella sua individualità e fa della sua storia una narrazione universale. Invogliando ad accostarci agli altri, a guardarli in modo diverso, ad ascoltarli, Monumenti ci induce ad avere uno sguardo omnicomprensivo che include noi stessi e ci rende tutti ugualmente importanti o insignificanti.

Le maioliche di Vietri, le porcellane di Capodimonte e la cartapesta di Nola che Liu Jianhua ha utilizzato per questa installazione sono materiali la cui lavorazione ha una radicata tradizione nel territorio campano. Come le ceramiche di Jingdezhen, anche quelle campane sono state utilizzate tanto per forgiare umili oggetti d’uso quotidiano quanto raffinati manufatti artistici. La cartapesta, a sua volta, è stata utilizzata, in Cina come in Italia, per i carri allegorici durante le feste popolari, ma anche per modellare statue di divinità, oggetti devozionali e vere e proprie opere d’arte.

Monumenti crea un legame tra la tradizione cinese e quella locale, rimarcando come le diverse conoscenze e tecniche viaggino e si diffondano insieme agli uomini. Accostarsi a culture diverse dalla propria non implica necessariamente focalizzare l’attenzione sulle differenze, al contrario aiuta a individuare i punti che costituiscono un patrimonio condiviso. L’uso che Liu Jianhua fa della porcellana e della cartapesta nella mostra di Napoli, pur richiamando la propria cultura d’appartenenza, rispetta e dà spazio a tradizioni che caratterizzano lo spirito del luogo. Se dunque da un lato Monumenti evidenzia degli squilibri nei rapporti di potere all’interno della società, dall’altra pone l’accento sull’importanza che gli spazi condivisi della tradizione assumono nelle relazioni tra gli esseri umani.

Con il Patrocinio di:
Ambasciata Cinese / Comune di Napoli

Con il supporto di:
Aeroporto di Napoli / Istituto Confucio Napoli e Università degli Studi di Napoli L'Orientale / Fondazione Erri De Luca

Con la partecipazione di:
Ceramiche Francesco de Maio / Istituto Indirizzo raro Caselli Real Fabbrica di Capodimonte / Bottega Carlo Nappi / Cooperativa Sociale Dedalus

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