Iniziano i workshop didattici con la Scuola di Decorazione dell'Accademia di Belle Arti di Napoli
Che cosa significa coinvolgere giovani menti creative e sviluppare un dialogo con il territorio? Le forme dell’arte hanno dimostrato nel tempo di riuscire a portare i discorsi contemporanei al grande pubblico, diventando un mezzo di espressione e di confronto.
Il progetto Made in Cloister è dal principio focalizzato nel creare legame tra il mondo dell’arte contemporanea e la città di Napoli. Attraverso la realizzazione di mostre pensate per il fascinoso chiostro di Santa Caterina a Formiello, la Fondazione genera dialogo tra artisti internazionali, le tradizioni artigianali e la comunità.
La città partenopea è stata a lungo un punto di riferimento per molte tradizioni artigianali, sostituite in larga parte a partire dall’Ottocento dall’intelligenza e velocità della produzione industriale. Ad oggi molte botteghe conservano ancora la conoscenza tramandata di generazione in generazione, che rischia in un prossimo futuro di essere dimenticata.
I workshop con l’artista Ara Starck, l’artigiano del vetro Paolo Gambardella e gli studenti della Scuola di Decorazione dell‘Accademia di Belle Arti di Napoli vogliono avvicinare le nuove generazioni alle tecniche di lavorazione del vetro piombato, materiale che diventerà protagonista della mostra dell’artista parigina, in apertura ad ottobre 2023.
I workshop e l’esposizione sono in collaborazione con la Fondazione Cologni, ente di promozione e valorizzazione dell’artigianato italiano.
Ma come è nato il vetro cattedrale e come è stato utilizzato nel corso dei secoli?
Immaginate di entrare in una cattedrale illuminata da alte vetrate attraversate da luce che ne esalta i colori brillanti. La storia di decorazione e lavorazione di vetrate artistiche è molto antica, risale addirittura agli antichi romani.
Nascono con funzione narrativa, per raccontare episodi della Bibbia e diffondere il messaggio cristiano. Ma la loro massima diffusione la raggiungono nelle architetture gotiche, come testimoniano le cattedrali francesi di Chartre, La chapelle e Notre Dame.
È divertente pensare che nonostante siano passati secoli la tecnica di lavorazione sia rimasta immutata attraverso il tempo. È semplice. Comincia dal disegno di un bozzetto per studiare l’immagine e la sua colorazione. Prosegue con la realizzazione di un cartone in dimensioni definitive, utile al taglio dei pezzi di vetro corrispondenti, poi assemblati nella composizione finale. Ciò che può risultare difficile è la definizione dei dettagli, delle sfumature di un volto, dei panneggi. Qui la pittura viene in aiuto. Il pennello dà forma a visi e abiti, intinto in una miscela chiamata grisaille che è fissata sulla superficie con la cottura.
Che cosa penseranno giovani artisti, curatori e operatori della cultura di quest’esperienza? Glielo chiediamo in piccole interviste presto pubblicate sul nostro blog.