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Aggiornamento: 6 dic 2023



Ara Starck at Made in Cloister

Mostra, attività e altre novità


È affascinante scoprire il lavoro tra l'artista Ara Starck e gli artigiani per la realizzazione della grande opera ruotante in vetro cattedrale.

Vieni a trovarci dal mercoledì alla domenica, saremo felici di raccontarti come è nato questo progetto e come artista e artigiani si sono divertiti a creare insieme l'installazione.




UNESCO a Napoli

Made in Cloister come esempio di rigenerazione del patrimonio culturale

UNESCO sceglie Made in Cloister durante il programma “Cultural Heritage in the 21st century”, un esempio di recupero e valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale attraverso l'arte e la valorizzazione dell'artigianato. Davide De Blasio ha accolto la direttrice dell’UNESCO Audrey Azoulay con il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.



Aperti anche a pranzo

Vieni a provare al Refettorio le deliziose zuppe della chef Sabrina Russo

C'è una gustosa novità da Made in Cloister.

Se passeggi per il centro storico di Napoli e hai voglia di un pranzo delizioso e veloce, passa da Made in Cloister.

Dal 7 dicembre il Refettorio è aperto anche a pranzo tutti i giovedì, venerdì e sabato, dalle 13 alle 16. Calde zuppe e insalate fresche con ingredienti di stagione sono perfette per arricchire la tua visita a Porta Capuana.

Per info e prenotazioni scrivici qui



Da Zagabria a Napoli

Il collettivo di performers Škvadra in Fondazione Made in Cloister

In residenza a Napoli le performers del collettivo croato Škvadra - Ema Crnić, Gendis Putri Kartini e Margareta Firinger - per Queering the Myth, un progetto di ricerca internazionale in collaborazione con l'associazione Domino e l'organizzazione napoletana Collettivo Zero.

Le artiste hanno esplorato la relazione tra corpo e spazio attraverso le potenzialità della danza e della coreografia. La loro ricerca è iniziata in Fondazione Made in Cloister, tra Rinascimento e architettura industriale del Chiostro e dello spazio LAB.oratorio, e si è conclusa con una performance nei porticati di piazza del Plebiscito.

Il programma è stato sostenuto dall'Ufficio per la cultura e la società civile della Città di Zagabria, dal Ministero della cultura e dei media della Repubblica di Croazia e dalla Fondazione Kultura Nova.




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Aggiornamento: 6 dic 2023

Nata a Parigi nel 1978, Ara Starck è un’artista e storyteller multidisciplinare i cui lavori hanno attraversato il mondo in spazi sia pubblici che privati.

Primogenita del designer internazionale Phillipe Starck, Ara ha studiato pittura alle Belle Arti di Parigi e alla Saint Martins di Londra. Si è poi trasferita in uno studio, il suo laboratorio di espressione creativa, dove ha continuato a sperimentare durante gli studi. Dopo un'esperienza a New York, ha ritrovato le sue radici nella sua città natale.

Ispirata dall’idea di trascendenza, Ara concentra la sua pratica sul creare opere di incontro. I suoi lavori sono spesso giochi complessi in cui le figure centrali o le forme si muovono in un mondo fantasmagorico, invitando lo spettatore a sognare.


Le sue opere sono state esposte a New York, Madrid, Parigi e altre città internazionali. Ara utilizza il grande formato per sfidarsi e sottolineare la ricerca della teatralità. Un esempio è il lavoro pittorico di 145 metri quadrati all’Hotel Meurice a Parigi.



La sua arte accoglie gli spettatori in un mondo diagonale dove la distorsione ottica e le metamorfosi rivelano un forte dinamismo.

Se da una parte lavora principalmente con tecniche tradizionali di pittura, dall’altra continua a sviluppare il suo linguaggio artistico utilizzando diversi materiali e tecniche come il vetro piombato o la tecnologia lenticolare.

Ara è sempre stata un’artista multidisciplinare. Non solo pittrice, ma anche musicista e cantante di The Two, in coppia con David Jarre. È una donna entusiasta, che affronta le sfide con energia e pensiero creativo.

Ultima prova della sua intelligenza adattiva è il progetto site specific creato per Made in Cloister, che inaugura sabato 21 ottobre in Fondazione.



È la sua prima mostra personale in Italia, composta di un’installazione in vetro cattedrale e nove dipinti che completano una peculiare narrazione surreale. Per questa avventura l'artista francese ha collaborato a stretto contatto con Paolo Gambardella che ha coordinato i vetrai e gli artigiani del legno napoletani, continuando la tradizione di Made in Cloister di sostenere gli artigiani locali attraverso il dialogo con l'arte internazionale. Durante la produzione della mostra, al fine di promuovere l’artigianato con le nuove generazioni, la fondazione ha organizzato dei workshop sul vetro in collaborazione con la Fondazione Cologni e l’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Progetto finanziato dalla Regione Campania con la L.R. n. 7/2003, contributi per la promozione culturale anno 2023





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Se sei qui è perché ti fa piacere scrivere una piccola storia che parli di una delle nuotatrici di Carole A. Feuerman. Oppure perché vuoi vedere la mostra e avere un drink omaggio.

Noi saremmo felici in ogni caso di leggerti e condividere le storie migliori.


Qui poche semplici indicazioni:


1. Prendi carta e penna, o anche apri il computer

2. Fa un po’ di brainstorming, che magari ti aiuta ad avere qualche idea brillante.

3. Scrivi un semplice racconto di maaassimo 1000 caratteri

4. Inviaci la tua storia lasciando un commento qui, oppure nei commenti del post o ancora nei direct di Instagram, insomma dove preferisci

5. Special tip: pensa alla tua storia e a quello che ti ricordano le sculture.

Per esempio, una delle nostre colleghe ci ha raccontato di come la sensazione di morbidezza della palla di una delle nuotatrici le ha subito fatto rivivere alcuni momenti della sua infanzia.


Perché questa idea?


Eravamo alla ricerca di ispirazione per creare contenuti e ci è venuto in mente quanto Carole Feuerman, l’artista di Crossing the Sea in mostra da Made in Cloister, sia molto legata alla sua storia personale. Abbiamo letto la sua biografia, che consigliamo a tutt* e abbiamo trovato questa riflessione:




“Voglio che la mia arte ispiri lo spettatore a guardare da vicino ciò che ha davanti”- dice Carole A. Feuerman.“Non è l'attimo fuggente che voglio catturare, ma il sentimento universale che si coglie in quell'attimo fuggente. Voglio che lo spettatore completi la storia guardando la mia scultura, che rifletta e si emozioni”.


Da qui l'idea di coinvolgervi nel racconto della sua mostra e nelle storie delle singole nuotatrici. Ora lasciatevi ispirare dalle sue opere e liberate l'immaginazione.









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